Non profit

Asinerie fiscali d’Italia

Due statistiche in campo fiscale ci hanno impressionato, negli scorsi giorni, una ufficiale e una ufficiosa

di Salvatore Pettinato

Due statistiche in campo fiscale ci hanno impressionato, negli scorsi giorni, una ufficiale e una ufficiosa. Il punto, ora, è capire da quale delle due trarre più insegnamento. La prima è del ministero delle Finanze e chiarirebbe che 95 italiani su 100 non sanno fare bene, anzi sbagliano proprio, la compilazione del 740; la seconda è l?esito di un calcolo di un istituto universitario lombardo basato sulla produzione legale, amministrativa, documentale delle Finanze, da cui deriva che un uomo con capacità di lettura comune per tenere conto delle novità fiscali dell?ultimo anno ha avuto bisogno di 5 ore al giorno (ipotizzando una lettura semplice, non uno studio), festivi compresi. In mezzo a questi due dati si colloca la situazione diffusa in Italia di chi del fisco, quando riscuote incassi, non tiene conto, e vive economicamente benissimo senza considerazione dei suoi doveri fiscali (almeno lui la dichiarazione non rischia di sbagliarla…). Bene, si parla di cose dell?umanità vera in tutto questo, o la vicenda è neogrottesca? Purtroppo siamo in pieno realismo. La percentuale degli sbagli imprime all?uomo ragionevole una considerazione: la macchina fiscale è irreale e fuori dal mondo, perché il mondo non è quello di chi è in grado di seguire tutti gli alambicchi astrusi e malfatti di cui constano le leggi, ma quello delle persone così come sono nella vita, comprendendo in ciò l?eventualità di non poter fronteggiare un adempimento in cui vengono richieste decine di indicazioni in un codice espressivo per iniziati. Tra i 95 bocciati siamo certi di poter trovare addirittura qualche commercialista e financo uomini del fisco, com?è provato dal fatto che la stessa domanda posta a diversi sportelli del contribuente riscuote, ogni anno, risposte diverse. Quindi, se si cercavano nuove prove del fallimento del sistema, eccole trovate in un miserando rimbrotto ai cittadini fisco-ignoranti che rivela invece la cecità di allucinati professori in cattedra. Quanto alle 5 ore, chi ?è del mestiere? non si sorprende; la produzione quotidiana di novità ad opera dei cento tentacoli erariali (Iva, lotterie, registro, tributi locali, contenzioso, Testo Unico, Dit, Irap, Tasco, Ici, sanatoria, conciliazione, concordato, riapertura termini, semi-condono, condono aperto, chiuso, largo, stretto, permanente…) non è credibile, non è fronteggiabile in un quadro giuridico ordinato, ha trasformato gli esperti in stregoni e, soprattutto, lascia intendere quale volto avranno le dittature prossime venture.


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